La coinfezione HIV con HCV e HBV associata a rischio di linfoma non-Hodgkin


Uno studio ha mostrato che i pazienti con infezione da HIV ( virus dell'immunodeficienza umana ), che ricevono terapia antiretrovirale presentano un più alto rischio di linfoma non-Hodgkin se hanno una co-infezione da virus dell'epatite B ( HBV ) e C ( HCV ).

Sono stati raccolti i dati provenienti da 18 di 33 studi di coorte che sono stati inclusi nello studio osservazionale COHERE ( Collaboration of Observational HIV Epidemiological Research Europe ) per valutare l'influenza della co-infezione cronica da HBV e HCV al verificarsi di linfoma non-Hodgkin nei pazienti con infezione da virus HIV.
I partecipanti sono stati valutati nel corso di due fasi: quando erano naive al trattamento ( mai trattati ) e dopo l'inizio della terapia antiretrovirale, nel caso avessero optato per il trattamento.

Lo studio ha incluso 52.479 pazienti naïve. Di questi, 40.219 ( 77% ) pazienti sono stati avviati alla terapia antiretrovirale in un secondo momento.
Un totale di 1.339 ( 2.6% ) pazienti avevano infezione cronica da HBV e 7.506 ( 14.3% ) avevano infezione cronica da HCV.
I pazienti naive al trattamento e quelli che hanno iniziato ad assumere terapia antiretrovirale avevano un follow-up mediano, rispettivamente, di 13 mesi e di 50 mesi.

Tra i pazienti naive al trattamento, 252 hanno sviluppato linfoma non-Hodgkin ( tasso di incidenza, 219 casi per 100.000 anni-persona ), rispetto ai 310 pazienti che hanno ricevuto il trattamento ( tasso di incidenza, 168 casi per 100.000 anni-persona ).

Gli hazard ratio ( HR ) per il linfoma non-Hodgkin sono stati pari a 1.33 ( IC 95%, 0.69-2.56 ) per i pazienti naive al trattamento con coinfezione HBV e 0.67 ( IC 95%, 0.4-1.12 ) per quelli con coinfezione HCV.

Inoltre, tra i pazienti trattati con terapia antiretrovirale, quelli con infezione da HBV e da HCV avevano un hazard ratio di 1.74 e 1.73, rispettivamente, per il linfoma non-Hodgkin.

Lo studio non era sufficientemente dimensionato per dimostrare una associazione nei pazienti coinfettati naive alla terapia antiretrovirale.
La diagnosi precoce e il trattamento dell'infezione da HIV in combinazione con lo screening di routine per la infezione cronica da HBV e da HCV è essenziale per ridurre ulteriormente la morbilità e la mortalità per il linfoma non-Hodgkin nelle persone con infezione da HIV. ( Xagena2016 )

Fonte: Annals of Internal Medicine, 2016

Inf2016 Gastro2016



Indietro

Altri articoli

La terapia con statine è risultata correlata a un rischio ridotto di carcinoma epatocellulare nei pazienti con epatite B cronica. C'è...


L'impatto dell'infezione da virus dell'epatite B ( infezione da HBV ) sugli esiti dopo resezione del colangiocarcinoma intraepatico non è...


E' stato riscontrato un sensibile aumento dei tassi di malattia di Parkinson nei pazienti con epatite B ed epatite C. Non...


Sono stati presentati i risultati di due studi di fase 2 che hanno valutato l’efficacia di Ledipasvir 90 mg /...



Le lineeguida dell’American Association for the Study of Liver Diseases ( AASLD ) e dell’Infectious Diseases Society of America (...


Il Comitato di valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza ( PRAC ) dell’ EMA ( European Medicines Agency ) ha...


In uno studio caso-controllo di ricercatori italiani nei pazienti con linfoma non-Hodgkin (NHL) è stato osservato un aumento del rischio...


La durata ottimale del trattamento con analogo nucleosidico o nucleotidico ( Nuc ) nei pazienti con antigene ( HBeAg )-negativi...